La Green Economy nella regione appenninica
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La Conferenza si è posta l’obiettivo di fare il punto su alcuni approcci alla green economy in aree complesse e di comporre, selezionando metodologie e buone pratiche, una cornice per lo studio di una strategia di sviluppo green nella regione appenninica, che si dimostri coerente con i bisogni locali e integrata a livello istituzionale e in linea con le esperienze internazionali. La Conferenza si è rivolta a enti di livello nazionale, regionale e locale, alla comunità scientifica, alle imprese e a tutti gli stakeholder interessati allo sviluppo sostenibile della montagna.

 

LA GREEN ECONOMY NELLE AREE MONTANE

Secondo una definizione internazionale condivisa, la green economy dovrebbe generare un miglioramento nel benessere umano e nell’equità sociale, tramite la riduzione dei rischi ambientali e la promozione delle pratiche ecologiche. In altre parole, si può definire green economy un’economia che controlla e riduce le emissioni di carbonio, efficiente nell’uso delle risorse e socialmente inclusiva e che, allo stesso tempo, traina una crescita reddituale e occupazionale [Towards a Green Economy. Pathways to sustainable development and Poverty Eradication Unep (2011)].

In ambito alpino, sono stati evidenziati quattro principali effetti della green economy [VI Relazione sullo Stato delle Alpi, Segretariato permanente della convenzione delle Alpi (2017)]:

  • un’economia efficiente in termini energetici e a basse emissioni di carbonio
  • un’economia efficiente nell’uso delle risorse
  • i servizi ecosistemici e un’economia basata sul capitale naturale
  • un’economia che migliori la qualità della vita e il benessere

Si fa dunque riferimento a una green economy consapevole e rispettosa dei limiti ambientali e della limitata disponibilità di risorse naturali, in linea con le sfide globali, come i cambiamenti climatici, e che sostenga la qualità della vita e il benessere dei residenti continuando a generare fenomeni di sviluppo economico di lungo periodo. Vi corrispondono obiettivi concreti, quali:

  • la riduzione dei gas serra,
  • l’adozione di un approccio integrato in termini di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici,
  • l’uso efficiente di energia e risorse e
  • la conservazione e la crescita del capitale naturale, dei servizi ecosistemici e della biodiversità.

Tali obiettivi richiedono di essere tradotti in strategie economiche di lungo termine, per definire un quadro di green economy.

 

METODOLOGIA

Le premesse alla base di un ragionamento che unisce il sistema alpino a quello appenninico rispetto alle potenzialità della green economy sono state già evidenziate in occasione di confronti istituzionali e scientifici precedenti, in particolare sul tema della cooperazione per le aree montane [Carta di Sarnano, 2014].

Nell’evidenziare i caratteri comuni delle due aree rispetto al focus della Conferenza, si possono individuare tre principali dimensioni, delle quali è necessario tenere conto per un discorso sulla transizione verso un’economia green:

  • La dimensione ambientale e la gestione delle risorse naturali: entrambe le regioni sono caratterizzate da condizioni ambientali ed ecosistemiche specifiche. Tali condizioni richiedono un approccio attento e mirato al contenimento degli interventi sull’utilizzo del suolo, sul consumo di risorse e sulla biodiversità. In particolare, i fenomeni dovuti al cambiamento climatico rischiano di avere ricadute sostanziali sulla fornitura di servizi ecosistemici che caratterizzano le aree alpine e appenniniche, i cui effetti coinvolgono anche territori oltre la regione montana.
  • La dimensione geografica e amministrativa: entrambe le regioni si caratterizzano per alcuni limiti strutturali all’economia, come una limitata accessibilità interna e verso i centri urbani e gli insediamenti remoti, la presenza di aree protette con particolari fragilità da tenere in considerazione, difficoltà nei collegamenti e nelle comunicazioni, pluralità di livelli di pianificazione settoriale e competenze normative concorrenti.
  • La dimensione socio-economica: le sfide ancora aperte nelle due aree riguardano la definizione dei settori in cui si possono sviluppare imprese green, l’accesso al credito per chi, tra le imprese esistenti, fa innovazione, e le condizioni strutturali per favorire l’insediamento nel territorio montano di nuove attività. I fenomeni di spopolamento e invecchiamento demografico in alcune di queste aree si legano alla perdita di identità dei luoghi e a una diminuzione dell’attività di salvaguardia del territorio – tipicamente realizzata dalle comunità locali. Queste condizioni richiedono soluzioni integrate ad hoc da costruire in tandem con gli stakeholders locali.

D’altro canto, l’esistenza, in queste regioni, di aree protette, notevoli riserve di risorse naturali, tradizioni e culture caratteristiche, le rendono luoghi di applicazione privilegiata di alcune delle principali nozioni legate alla green economy. Questo può avvenire:

  • riducendo i costi privati e sociali dei danni ambientali
  • stimolando l’innovazione economica in senso lato
  • generando “green jobs”
  • rafforzando la competitività del sistema economico regionale generale.

Rispetto a questi obiettivi, il lavoro di analisi svolto nella VI Relazione sullo stato delle Alpi nell’ambito dello lavoro di ricerca “Green Economy nella Regione Alpina” (2017) ha sviluppato una metodologia di analisi che ha impegnato numerosi istituti di ricerca e amministrazioni nella redazione di linee guida e nella collezione di buone pratiche. Tale metodologia si basa sulle evidenze portate da indicatori riguardanti: inquinamento, uso di energie rinnovabili, uso efficiente di energia e risorse naturali, uso del suolo, gestione dei rifiuti, fornitura di servizi ecosistemici, salvaguardia della biodiversità, occupazione, istruzione, inclusione sociale, comportamenti sostenibili e salute dei consumatori. In particolare, obiettivi e strategie pensati per le due regioni dovrebbero dunque prevedere: modelli di governance, individuazione e coinvolgimento di portatori di interesse, strumenti e misure di supporto e azioni concrete.

 

PROSPETTIVE

Al termine della Conferenza, ci si è proposti dunque di dare il via a un percorso per l’adattamento dell’esperienza Alpina rispetto alle possibilità di sviluppo di una coerente green economy appenninica, con la raccolta di indicatori e strumenti economici ad hoce tramite il trasferimento di una metodologia di analisi consolidata; inoltre, si sono poste le basi per la formazione di una rete di condivisione di buone pratiche tra Alpi e Appennini e all’interno delle aree Appenniniche stesse. Nel definire queste aspettative, è stato utile declinare il tema della green economy sia rispetto alla sostanziale diversità di paesaggi e popolazioni dal Nord al Sud della penisola italiana, che pone delle sfide evidenti a livello di uniformità e disponibilità dei dati; sia alla presenza del rischio sismico e idrogeologico, a cui vanno rivolte le potenzialità dalla green economy nelle operazioni di ricostruzione post-terremoto e nell’adattamento del patrimonio edilizio esistente.

 

TEMI E SESSIONI

Gli interventi si sono articolati intorno a tre temi principali che hanno costituito altrettante sessioni di lavoro parallele:

  1. Green economy e gestione delle risorse naturali 

Sono stati presentati nuovi modelli per l’uso sostenibile delle risorse naturali con finalità di generazione di valore economico (ad esempio l’uso del suolo e delle foreste). Nei modelli proposti si è valutata le possibilità dell’eco-innovazione rispetto al sistema industriale appenninico e in particolare ai servizi ecosistemici (ad esempio le filiere agro-alimentari, il riciclo dei rifiuti, l’approvvigionamento idrico). Particolare attenzione è stata rivolta agli approcci che considereno la mitigazione e/o l’adattamento ai cambiamenti climatici e alle iniziative di mitigazione degli squilibri relativi a bio-diversità e specie protette. Si è discusso infine di come un’economia circolare può agevolare la transizione verso la produzione di energia da fonti rinnovabili e la riduzione degli scarti.

  1. Green economy e politiche pubbliche

In questa sessione, si è discusso il ruolo che gli attori pubblici, a diversi livelli amministrativi, possono svolgere nella creazione delle condizioni per un mercato “verde”, che generi innovazione mantenendo vive le tradizioni locali. Gli Appennini sono parte integrante del sistema montano Europeo e possono svolgere un ruolo di guida nello sviluppo della green economy, anche attraverso politiche pubbliche innovative. Sono stati individuati dunque modelli di governance per il sostegno a filiere di produzione sostenibili, selezionati le possibilità offerte per il disegno di politiche green da finanziamenti nazionali e internazionali (ad esempio, la Strategia nazionale per le Aree Interne, la Legge sulle Aree montane, i Fondi Europei) e da una transizione a una fiscalità verde. Sono state discutesse infine le potenzialità delle aree appenniniche rispetto allo sviluppo di smart city e infrastrutture digitali.

  1. Green economy, finanza, lavoro e imprese:

La sessione si è concentrata sul ruolo delle imprese, sia tradizionali sia innovative, per la sperimentazione di modelli di business eco-sostenibili, rivolti alla crescita di settori chiave per la green economy nell’area appenninica (ad esempio il turismo, il settore delle costruzioni, l’agroalimentare). È stato valorizzato il contributo all’innovazione d’impresa fornito da aziende private, associazioni imprenditoriali, amministrazioni pubbliche e istituzioni di ricerca. Sono state inoltre presentate iniziative di supporto alla creazione di green jobs. Un’attenzione specifica è stata rivolta al ruolo del settore energetico, alle agevolazioni economiche e all’accesso al credito da fonti di finanziamento private e da Programmi Finanziari e organizzazioni europee a vantaggio del settore privato e di enti territoriali (ad esempio, green bonds).

 

TAVOLA ROTONDA

Le possibilità offerte dalla green economy nel disegno di politiche e azioni per la ricostruzione post-terremoto.

Un ulteriore approfondimento è stato dedicato al legame tra green economy e ricostruzione post-terremoto, di cui si è discusso nell’ambito della tavola rotonda coordinata dall’Università di Camerino. Amministrazioni, enti territoriali, nazionali, centri di ricerca e associazioni discuteranno di come la ricostruzione nelle regioni del Centro Italia colpite dai sismi sia un’opportunità per l’affermazione di un modello di green economy in Appennino.

 
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